Burroughs talking

 

Come ha cominciato a interessarsi alla tecnica dei cut-up?

Un amico americano, Brian Gysin, poeta e pittore, che vive in Europa da trent’anni, è stato – per quanto ne so – il primo a creare cut-up. Una sua poesia composta con questa tecnica, “Minutes to go”, fu trasmessa dalla BBC e poi pubblicata in un pamphlet.

Mi trovavo a Parigi nell’estate del ’60; dopo la pubblicazione francese de Il pasto nudo. Cominciai a interessarmi alle possibilità che questa tecnica offriva e a sperimentarla io stesso. Naturalmente, se ci si pensa, The Waste Land è stato il primo grande cut-up e Tristan Tzara ne aveva composto qualcuno seguendo gli stessi versi. Dos Passos usò la stessa idea nelle sequenze di The Camera Eye negli Stati Uniti. Sentii che stavo andando nella stessa direzione […]

Che cosa offre al lettore il cut-up che invece la prosa tradizionale non offre?

Qualunque brano di narrativa o immagine poetica viene sottoposto a innumerevoli variazioni, tutte ugualmente interessanti e valide. Una pagina di Rimbaud tagliata e riarrangiata offrirà immagini completamente nuove. Le immagini di Rimbaud – le originali immagini di Rimbaud: ma nuove.

Lei deplora l’accumulo di immagini e allo stesso tempo sembra che ne cerchi di nuove.

Sì, è parte del paradosso di chiunque stia lavorando con le parole e le immagini, e dopotutto questo è quello che fa uno scrittore. E anche un pittore. I cut-up stabiliscono nuovi legami tra le immagini, e di conseguenza espandono la propria gamma di visioni.

 

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[ Conrad Knickerbocker, Intervista con William Burroughs. Traduzione italiana di Claudia Gasperini, MinimumFax, Roma 1998, pp. 34-35 ]