le circostanze della frase / andrea inglese ; stefano delle monache. 2007

2. (28/10/06; 22.41)
È passato molto tempo, da allora è passato, da quando molto altro, molto prima, ne passò, del tempo, lo stesso, troppo, ma diverso, alla finestra, o sui pavimenti, e si aggiunsero, di continuo, il tempo passato di prima, quasi più lento, con quello passato, dopo, ricordando che passa, e pioggia, dietro la finestra, che si sposta, passando dentro e fuori, spostando, da allora, da quel medesimo, cosa? giorno, gesto, attimo, mai all’opposto, che fosse invece all’indietro, risalendo, o fermando tutto, seduto su una sedia, e basta, nessuno che si allontani o si avvicini, e silenzio, serrando tutti i suoni, persino i colori, una sola calma, ma già c’è stato, c’è stato anche quello, passando via, da allora, come un altro, come un’altra volta, come un fesso, a passare, da allora, è sempre così che passa, da fessi.

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3. (28/10/06; 22.53)
Tutto succederà ieri come se fosse successo oggi.

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4. (28/10/06; 22.54)
Animali, dunque scappano.

[audio:04-animali_dunque.mp3]

5. (28/10/06; 22.55)
Uomini, dunque scappare.

[audio:05-uomini_dunque.mp3]

6. (28/10/06; 23. 26)
La piccola zona nostra, la zona cattiva, la zona morta, l’uomo nella zona, che attraversa, che ci attraversa, noi, nella nostra zona, toracica o infantile, lui, che si lascia alle spalle la zona, ma poi è zona, nuovamente nostra, cattiva, morta, nuovamente una piccola zona, d’ostacolo o rifugio, dove tutto avviene, sempre in zona, sempre in piccolo, malamente, sempre morendo, morendo cattivi, a capofitto nella zona, nell’unica, sua o nostra.

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