La nostra attitudine estetica dovrebbe diventare sempre più aperta a tutto ciò che accade.
Ciò di cui abbiamo bisogno è una mente in grado di fare esperienze.
La gente tende a farsi delle idee di quello che ritiene possa essere interesante, e sarà un numero di cose molto limitato, perchè l’immaginazione delle persone è pigra ed esse preferiscono fare poche cose piuttosto che molte, e si accontentano di farne una sola per un tempo straordinariamente lungo.
Invece di continuare, come in passato, a separarci l’uno dall’altro, di essere orgogliosi delle nostre emozioni e opinioni, dobbiamo aprirci agli altri e al mondo in cui ci troviamo. E’ necessario aprire l’Ego! Aprirlo per permettere le esperienze. […] Nessuno ha mai avuto in mente la maggior parte di ciò che accade.
Penso che il mio lavoro arriverà ad assomigliare sempre di più non al lavoro di un individuo, ma a qualcosa che sarebbe potuto accadere anche se l’individuo non fosse esistito.
Tutto quanto dobbiamo fare è accostare informazione a informazione, non importa quale. È così che diverremo consapevoli del mondo, perché è quanto fa esso stesso.
Cominciare ogni volta da zero è molto difficile, perchè abbiamo la memoria. Non c’è dubbio. Non siamo stupidi. Saremmo stupidi se non avessimo la memoria. Ma c’è di più, è la memoria che ci permette di liberarci da lei, e dobbiamo avvantaggiarci di questo. Tutto è permesso se assumiamo lo zero come base.
Invece di lavorare a partire dalle scelte, io lavoro a partire dala formulazione delle domande, in modo che la composizione viene determinata dai quesiti che vengono posti ed è possibile stabilirne rapidamente il grado di radicalità. Se le domande non sono radicali, neppure le risposte potranno mai esserlo. Se si tratta di questioni basilari, allora ciò che accade è qualcosa che non si è mai ascoltato prima.
Il mio lavoro è comprensibile solo in rapporto al futuro (non al passato).
(John Cage, da Lettera a uno sconosciuto, a cura di Richard Kostelanetz, Socrates, 1996; dallo stesso testo —>)
(Image: Daniel Canogar, Time Release, 2002, Galería Helga de Alvear, Madrid. Also see: http://www.danielcanogar.com.)