dal Papiro Jumilhac. I sec. a.C.

 

I tabù della provincia di Cinopoli: XII, 16-21

 

Conoscere le interdizioni, (ciò che è l’abominio) di questa provincia:

 

(maltrattare) la bestia-Kheseded (sacra al) suo dio, cioè il lupo e il cane-cesem;

l’ululato del cane-iuiu;

interdizione per la mestruazione delle donne;

il mentire;

il grufolare del porco;

l’alzar la voce al cospetto (di dio) e camminare a gran passi nel suo tempio;

gli uomini della sua città che sono violenti;

il ridurre la lunghezza della corda per misurare i suoi campi;

il falsare il diametro della bocca della misura da grano dei suoi granai;

il rubare il grano dei suoi campi;

l’assottigliare la rendita divina del suo tempio;

l’avvicinarsi per prendere a un figlio il posto che era di suo padre;

il cavare un occhio a un concittadino;

il testimoniare contro la gente della sua città;

il ph-ntr molte volte al suo cospetto (chiedere molte volte il responso oracolare);

l’avido che trasgredisce i confini dei suoi campi;

il mangiare carne di qualsiasi tipo di animale sacrificato;

l’avvicinarsi per prendere l’ugiat (l’offerta divina);

l’allontanare la gente di un gruppo (di lavoratori) per metterla in un altro gruppo

 

*

[ da: Edda Bresciani (a c. di), Letteratura e poesia dell’antico Egitto, Einaudi, Torino 1969 (2007: pp. 508-509) ]