Donald Barthelme
da: SNOW WHITE. 1967
Those men hulking hulk in closets and outside gestures eventuating against a white screen difficulties intelligence I only wanted one plain hero of incredible size and soft, flexible manners parts thought dissembling limb add up the thumbprints on my shoulders Seven is too moves too much and is absent partly different levels of emotional release calculated paroxysms scug dissolve thinking parts of faces lower area of Clem from nose’s bottom to the line, an inch from the chin cliff not enough ever Extra difficulty! His use of color! Firmness mirror custody of the blow scale model I concede that it is to a degree instruments adequate distances parched to touch each one with invisible kindly general delivery hands, washing motions mirror To take turns and then say «Thank you» congress of eyes turning with a firm, soft glance up Edward never extra density of the blanched product rolling tongue child straight ahead broken exterior facing natural gas To experience a definition placed neatly where you can’t reach it and higher up Daytime experiences choler film bliss
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Donald Barthelme
da: BIANCANEVE. 1967
Guardali pure quando vuoi tanto non cambiano.
sono goffi ingolfati in gesti assurdi
mentre si cambiano e quando camminano sempre
sussulti singhiozzi contro chissà cosa
un muro forse, ma invisibile
Devo andarmene è inutile che resti qui
Io volevo solo un eroe normale altissimo e vivo
dai modi gentili un gigante docile.
pensieri pensieri continuo a pensare avanzi di idee
non riesco ad unirli si rompono subito. No,
sono io che ho paura non voglio vederci chiaro
Qualcosa di lui… un braccio
una mano che ti stringe e ti lascia il segno.
e sette son troppi Clem poi che si agita
e lo fa con ordine per godere lui ’sto stronzo
Parossismo programmato lui lo raggiunge Da solo.
gli importa una cosa e basta
per il resto puoi non pensare che non s’accorge
Ecco, mi torna il suo viso solo un pezzo però
dal naso a quel segno che ha sopra ai peli del mento.
non basta, non basta mai è difficile dire
la sua faccia cambia colore così in fretta
ma io devo capirci di più Specchio tu…
Già, specchio che cavolo faccio adesso gioco a Biancaneve?
ma io sono Biancaneve e nello specchio c’è tutto
la mia disgrazia la sventura la sfortuna d’essere
BIANCANEVE
lo specchio però è prodotto circoscritto limitato tutto previsto
inutile strumento arnese affaire
l’affaire, il suo
ecco, superato il primo momento cominciamo a carezzarci
anzi no, a toccarci
perché è con le mani che ci si carezza
mentre lui con le dita meccanicamente
dio, specchio, è così sempre uguale fare l’amore fare
l’amore sotto la doccia.
denso sperma denso
striscia e ricopre
sperma
lingua
bambino no cristo, no.
poi voltarsi e dirsi ciao in fretta
qualche volta lui dice anche grazie
e appena fuori gli occhi degli altri
la lumata sottile, che scivola. Edward
è l’unico che non guarda
Rifare tutto ricominciare ogni volta diverso
più violento più gentile
DIVERSO
per provare una volta la cosa fantastica quella non concessa
irraggiungibile
per fare una volta il gioco lieve lieto dei cherubini assenti
merda
Ne ho abbastanza dell’amore sotto la doccia
di Clem che si agita
del suo ca
il gioco lieve lieto dei cherubini assenti
[Traduzione di Franco Buffoni, 1972]