Il diario della signora Fredez-Dufrène, cioè il foglio che viene unito agli atti, comincia col 25 giugno, domenica. Quella sera, Roussel prese 6 pillole di Phanodorme e altrettante all’una e mezzo del mattino. Il 26 cominciò alle cinque e dieci del pomeriggio con 8 di Hipalène; ne prese altre 2, e subito dopo altre 4, alle nove e mezzo; altre 30 «en tout dans la nuit». Il 27: un flacone e mezzo di Veriane. Il 28: alle sedici e trenta 3 pillole di Rutonal, altre 3 alle diciotto, altre 12 durante la notte: «18 en tout sans sommeil»; o meglio: con tre ore di sonno. Il 29 è la gran giornata del Sonéryl: 4 alle diciassette, 4 alle diciotto e trenta; sonno alle ventidue. Durante la notte, altre 13. Dopo un sonno di dodici ore e un quarto, «euphorie extra» per ventiquattro ore. Il 30: «Somnothyril 19 sans euphorie», ma con sei ore di sonno. Il 10 luglio: una bottiglia di Neurinase. Il 2: una, pare di leggere, di Acetile. Il 3: 10 pillole di Phanodorme. Il 4: una bottiglia e mezza di Veriane, mezza di Neurinase. Il 5: due bottiglie di Veronidin. Il 6 torna al Sonéryl: 16 pillole, nove ore e mezza di sonno, «euphorie tres grande». Il 7: alle nove e mezza di sera, 6 di Hypalène, poi 18, poi 3 di Sonéryl; «bonne euphorie». L’8: 20 pillole di Somnothyril e una bottiglia di Neurinase: senza mangiare, ma in euforia per tutta la giornata. Il 9: 11 pillole di Phanodorme. Il 10: due bottiglie di Veronidin alle ventuno; un buon sonno. L’11, alla stessa ora: 34 pillole di Rutonal; tre ore di sonno e poi una «formidable euphorie». Il 12: una bottiglia e mezza di Veriane; un po’ di sonno e poi una «euphorie desordonnée». Il 13, giovedì, l’ultima annotazione: Sonéryl. Il fatto che fosse tornato al Sonéryl, il barbiturico – a quanto si desume dal diario – che gli dava lungo sonno e poi straordinaria euforia, fa pensare che non avesse voglia di morire.
[ Leonardo Sciascia, da Atti relativi alla morte di Raymond Roussel, 1971 (poi: Sellerio, 1979) ]