FOURTEEN POEMS / Charles North. 1989

FOURTEEN POEMS

Similarly, whereby the current polarization
Holds out little hope for lasting revision

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Meanwhile tragedy outgrows its religious
Origins in an effort to encompass

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A dip in air pressure, the sense that daylight
Has slipped from its porch onto the grassy night

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Need, ambition, unrest, and one-dimensional
Thinking latticed on a horizon of metaphysical

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Rather than its extension by mutual process
Into means, and thence the directory of endless

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Aquamaniles used to come in colorful guises
People and monsters joined in practical devices

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In circuitous like memory in a snake.
You follow the coastline for several miles, then forsake

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A large patch of dandelions, the sense that light
Has curled back into the eye—a figment of sight

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A theory may be true and also a puzzle
As good weather includes an occasional light drizzle

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Carthwheeled bolted to the explosion that worked
By individual decoy which for once unfrocked

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The way “blue sky” is an appropriate term
Emitting a clear redundancy, like a germ

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As beautiful as a jar that holds the beautiful
For centuries—or until the idea is full

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All landscape and consequently all distance
Are wings, to which the essential substance

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Raspberries being the perverse lacrymae
Confusing time and space. As for civic decay

QUATTORDICI POESIE

Similmente; per cui grazie all’attuale polarizzazione
Restano ben poche speranze di una revisione duratura

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Intanto nel tentativo di coinvolgere la tragedia
Trascende le sue origini religiose

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Uno calo nella pressione dell’aria, l’impressione che la luce
del giorno scivoli via dalla veranda per raggiungere la notte erbosa

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Bisogno, ambizione, irrequietezza, e il pensiero a una dimensione
sagomato come una grata lungo un orizzonte di metafisica

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Al posto di un’estensione trasformata in mezzo grazie a un
Processo reciproco, e a partire da lì l’elenco degli infiniti

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Una volta di aquamanile se ne facevano d’ogni tipo e colore
Gente e mostri riuniti in pratici accorgimenti

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Tortuosa come in un serpente la memoria.
Per parecchie miglia segui la costa, poi l’oblio

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Un bel pezzo di prato coperto di denti di leone, impressione di una
luce rincantuciata nell’occhio—un fantasma della vista

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Non si esclude che una teoria possa essere vera o anche un rovello
Così come il bel tempo non esclude una pioggerella di tanto in tanto

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Piroettato inchiodato all’esplosione che ha funzionato
da parte di una finta che almeno una volta si è tolta

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Il modo in cui “cielo azzurro” deve dirsi esatta definizione
capace di trasmettere , come un virus, una non equivocabile ridondanza

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Bella quanto un’anfora che contiene il Bello
Per secoli e secoli—o finché l’idea resta piena

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L’intero paesaggio e pertanto l’intera distanza
sono ali, delle quali la sostanza essenziale

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Essendo i lamponi lachrymae perverse in cui vengono
confusi spazio e tempo. Quanto poi al civico decadimento

[Traduzione di Luigi Ballerini. In: Nuova poesia americana. New York / a cura di Luigi Ballerini, Gianluca Rizzo e Paul Vangelisti, Mondadori, 2009]