01. diverso dal rumore del tuo respiro, che spesso non riconosci e ti fa voltare, cercando con lo sguardo quella presenza che ti accorgi di aver dato per scontata, un corpo metafisico di pensieri distratti, intenzioni d’acquisto, ricordi subliminali, mezzi discorsi in cui torni a chiarirti equivoci di anni passati, che sta in piedi al tuo fianco e che guarda oltre, mentre guardi oltre
02. diverso dal poco che sai dire delle cose che ti capitano, delle vicende dei tuoi viaggi in autobus
03. diverso dai gesti con cui mostri sorpresa, attenzione, buon umore a chi è iscritto alla tua vita, a chi ne riceve gli aggiornamenti attraverso ciò che non è umano, gli spessori delle sue giornate, le caotiche, frattali vicende di materiali che si decompongono, di sistemi d’ordine di frazioni di secondo, isotopi in decadimento, correnti convettive e insetti microscopici che si estinguono tra immense particole di polvere, alle pendici di fili di tessuto giganteschi, caduti dai suoi pantaloni, le cui fibre ha consumato, le cui pieghe ha prodotto nei giorni, col tempo, insieme ai milioni di effetti secondari radicati nel mondo che ci dimentica come
04. diverso dal chiarore che, di notte, sovrasta la città
[da Gherardo Bortolotti, Senza paragone, Transeuropa, 2013 ]