Simona Menicocci
COSTRUZIONE DI UN RAPPORTO
Da: Manuale di ingegneria domestica, Arcipelago, coll. «ChapBook», 2015
Costruire un rapporto vuol dire mettere in relazione
due entità, due grandezze, due soggetti.
Quindi
ogni rapporto implica 6 entità, grandezze, soggetti.
Un rapporto può essere scritto.
O orale.
Un rapporto può essere scritto in due forme:
a / b
a : b
(si legge a fratto b; a su b; a diviso b; a sta a b)
“Si legge” vuol dire che va letto così.
Che c’è una legge della lettura.
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La prima forma indica una frazione.
Ogni frazione ha un numeratore e un denominatore.
C’è a chi piace stare sopra e a chi sotto.
La pigrizia non c’entra o c’entra poco.
E la location non è necessariamente manifesta.
La frazione è un modo per occupare meno spazio.
Lo spazio occupato in questo caso è verticale.
Le posizioni all’interno di uno spazio verticale sono o sopra o sotto.
Se a entrambi piace stare sotto o sopra, si fa a turno.
Un rapporto frazionario è un simbolo.
Il simbolo del simbolo è: ½.
Il simbolo implica due parti che solo insieme creano il senso
(l’intero, il terzo, il neutro, l’altro).
Non necessariamente a letto.
Anzi.
La maggior parte di questo tipo di pratiche
simboliche o di significazione
nasce per scopi economici.
Solo successivamente lo scambio è diventato di liquidi.
Non è diventato, vi si è aggiunto.
Il valore di questo scambio non è fisso, né fissabile.
È sempre un’oscillazione
tra chi dando riceve, chi riceve dando.
Cosa e per cos’altro.
*
La seconda forma indica una divisione.
Ogni divisione ha un dividendo e un divisore.
Lo spazio occupato in questo caso è orizzontale.
Le posizioni all’interno di uno spazio orizzontale sono a destra o a sinistra oppure prima o dopo.
Gli orientamenti sessuali sono manifesti.
Gli orientamenti politici si manifestano.
Ciò che viene posto prima di solito viene prima.
Il suo corpo, le sue priorità, i suoi parenti.
Il soggetto primario ha, matematicamente, una posizione passiva.
Ciò che viene dopo attua, mette in moto l’operazione.
Scissione dei gameti, del tempo libero, degli spazi abitativi.
Compresi quelli interni all’armadio.
Il dopo è il secondo termine o soggetto secondario.
Ad esempio il complemento d’agente.
Il soggetto primario è il capitale iniziale da dividere, da schizofrenizzare.
Il soggetto secondario fa tutta la fatica, sta sopra.
Quindi
non è un soggetto.
Non etimologicamente.
*
Se il rapporto è impostato secondo precetti religiosi il quoziente ha un’anima.
Se il rapporto è fondato sull’ateismo il quoziente è uno stato di eccitamento parossistico.
Per ottenere un qualche risultato bisogna fare una serie di operazioni.
A volte ci vogliono anni per espletarle tutte.
A volte non basta una vita.
Quindi
a e b invecchiano insieme senza sapere il loro risultato.
Nel frattempo,
nei ritagli di tempo e a causa di particolari intensificazioni dell’atmosfera (vedi capitolo 3),
si sono moltiplicati.
Il segreto, dicono, è mettere in standby la divisione.
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Il quoziente arriva dopo che il rapporto è stato consumato e terminato.
Alla fine di un rapporto possono rimanere dei resti
chiamabili o identificabili con:
scorie, scarti, rifiuti, ricordi, cose-regali, neologismi eso/inter/infra-individuali
a seconda del barocchismo emotivo.
Esistono 3 tipi di resti.
Con resto > 0: è sicuramente andata male, ma oggi come oggi c’è la “raccolta rifiuti ingombranti” anche a domicilio;
il resto < 0: risulta facilmente occultabile;
invece
quando il resto = 0: la divisione si dice esatta, si ricomincia da zero, da subito, come se niente fosse/sia stato.
Non propriamente.
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Il numero di gradi di libertà di un soggetto
all’interno di un rapporto
corrisponde al numero di variabili indipendenti
necessarie per determinare univocamente la sua posizione nello spazio.
Dicesi anche gelosia ossessiva.
La velocità di fuga che ne deriva è una derivata positiva.
All’aumentare della massa o del senso di colpa
diminuisce la forza del soggetto di interrompere un rapporto.
Di solito chi ha massa maggiore sta sotto.
Di solito chi ha un senso di colpa più grande sta sotto.
Ma le dimensioni non contano.
Non propriamente.