da "quaderni" / michele zaffarano. 2015

 

FINTE

Riguardo il rapporto tra autore e lettore
non è tanto il rapporto con il lettore
nel suo ruolo di
portatore di senso e di significato, non è
tanto la convocazione del lettore a essere
necessaria, a rivelarsi necessaria.
In realtà è come una finta
è come una finta per esempio nella boxe
la finta è una fin-
zione, come quando si simula
una azione per ingannare l’avversario,
per distogliere l’
avversario dal punto in cui lo si vuole effettiva-
mente attaccare.
Cioè
invito il lettore a partecipare e
poi sparisco svanisco mi sposto
il lettore perde l’equilibrio
l’equilibrio viene perso
è la perdita dell’equilibrio che
rappresenta la dinamica della
comunicazione, la scrittura è un invito a
perdere l’equilibrio e una testimonianza
dell’assenza dovuta allo spostamento.

 

INTIMITÀ

Quello che viene indicato con il termine di nuovo paradigma
in realtà va visto come intensificazione e non
smarcamento (assoluto)
Può essere utile riformulare il tipo di contratto
comunicativo della poesia (contemporanea)
(come è / come dovrebbe essere)
partendo dal concetto di intimo
formulato da François Jullien in De l’intime, 2013.
Non è più un rapporto d’amore (di sopraffazione ecc.)
ma di condivisione.
Quindi non è il lettore che si fa interprete
al posto dell’autore, ma sono entrambi che
partecipano, e lo spazio è tanto più proficuo
e produttivo quanto più la loro collaborazione
si fa stretta e intima
Lo spazio è spazio condiviso, terreno comune, aperto in
entrambe le direzioni, mercato comune.
È diverso dall’amore.

SCRITTURA, ETICA, SOGGETTO

Riprendere il discorso: io=soggetto
La poesia (non solo) come etica del soggetto
come etica della soggettivizzazione (poesie civili)
inserisce il dubium nel processo di identificazione immaginaria
io=soggetto
spinge verso l’assunzione responsabile della propria parole/
dizione/azione, coscienza dell’–
Dubium + reazione a castrazione (vedi)
io≠soggetto
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POLITICA SPERIMENTALE

Innanzitutto dire che la scrittura è una
macchina politica sperimentale
è diverso dal dire che la scrittura
è una macchina estetica sperimentale
La scrittura è una macchina politica
sperimentale, è costituita da
contenuti ed espressioni formalizzati
a gradi diversi come da materie
non form(ali)(zz)ate che vi entrano, ne
escono e passano attraverso tutti
gli stati. Entrare, uscire dalla
macchina, scorrere lungo la macchina,
stare dentro la macchina, avvicinarsi,
fa parte ancora della macchina:
sono gli stati del desiderio, indi-
pendentemente da ogni interpretazione.
La linea di fuga fa parte della
macchina (…) Il problema: nien-
t’affatto essere liberi, ma
trovare un’uscita, un’entrata.

politica = né immaginario né simbolico
macchina = né struttura né fantasma
sperimentazione = né interpretazione né
significazione ma
protocolli di esperienza