elenco completo delle cose che ho trovato nell’uovo di pasqua / fabrizio venerandi. 2021

un portachiavi in balsa raffigurante Didone abbandonata che canta “Lasciatemi Morir” di Monteverdi; un lepidottero vivo in scala 1:100; un tabulato con settecentotrentuno chiavi di accesso a Facebook; una carta di credito intestata a Richard Stallman; un 45 giri inedito di Franco Battiato del 1971 intitolato “Orione e Sirio, tre a due”; una confezione di Astrazeneca contenente in realtà tre profilattici marca Settebello; un VHS amatoriale con una registrazione di una messa di Papa Wojtyla degli inizi degli anni novanta; alcuni pezzi spaiati di puzzle Disney; un’edizione portatile delle tavole numeriche dei numeri da uno a centomila (solo i numeri pari); un piccolo peluche a forma di Sigmund Freud; una cartina geografica muta della Bolivia; un cavo SCSI; un normografo; un numero del PostalMarket del 1982; un robot trasformer che si trasforma in coltellino da burro; una copia non autenticata della tessera Amici di Goldrake; un tampone faringeo di Patsy Kensit; l’impronta dentale inferiore di David Bowie (in balsa); il pugno a molla del modellino Gundam che avevo perso sotto a un divano nel 1982; tre carte inedite degli imprevisti del Monopoli, tra cui una che recita: “Durante i lavori di ristrutturazione di uno dei tuoi alberghi, uno dei muratori molesta verbalmente unə deglə altrə giocatorə che ti intenta una causa legale che si trascina per anni con una perdita di immagine difficilmente quantificabile: tira un dado da venti e moltiplica il risultato per ogni giocatorə e per ogni giro del tabellone eseguito fino a quel momento, somma la costante di Stefan-Boltzmann e converti il risultato in euro che devolverai a una onlus operante nell’Africa subsahariana”; una carta Pokemon dei primi anni duemila, con l’immagine di Pikachu Attonito (pv 12, mosse possibili: Sbigottimento -4); un elegante volume d’arte brossurato della Electa con una raccolta scelta di meme internet; un soldatino di balsa, mutilo della testa, facente parte della collezione “Gioca anche tu con la storia: la rivoluzione francese” raffigurante Robespierre nel 1794; un raro libro Disney “Giovani Marmotte crescono” con contenuti cringe su adolescenza e problemi di polluzione nella pubertà; una padella (usata) di Kurt Cobain con autenticazione dello studio notarile Wilson di Aberdeen; un modem 1200 baud Hayes compatibile; un braccialetto in balsa con ciondolo a forma di bodhisattva; un mini-cd con l’installer di Netscape 1.2 per Windows 3.1; un numero del fumetto Geppo, ancora incelofanato; le lastre che mi ero fatto al ginocchio primi anni novanta e che erano sparite nel nulla; tutti i dentini che i miei figli avevano venduto ai topolini e alle fate dei dentini, con un certificato di reso per incauto acquisto e una richiesta rimborso; un orologio al quarzo con retroilluminazione, funzionante, ma fermo; una copia 1:100000000 del pianeta venere (in balsa); una biscia colloidale (viva! cazzo è viva, prendi la scopa!); una scatola delle Sorpresine del Mulino Bianco contenente due falangi umane non identificate; un termometro per altiforni aziendali; colligine; una coperta in lana matrimoniale trapunta azzurra e cobalto con cucito a mano il motivo dell’icona di Dropbox; un biglietto per un concerto mai avvenuto dei Thompson Twins; un audiomessaggio registrato in minicassetta dei Gatti di Vicolo Miracolo che mi augurano buon compleanno e poi ridono, per ventidue minuti di seguito; un telecomando bluetooth che se lo premo mentre sto scrivendo al computer, improvvisamente succede che

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