da “sui generis” / luciano neri. 2021

L’appuntamento
(inedito)

#1.
Notizie non controllate nei pressi di un lago (- memoria – memorialistica) a ogni limite di raggiungerlo a ogni modo da una fonte radiofonica nel genere che uno non può dire per ciò che sarebbe a un confine di fuggiaschi ancora che non si sono arresi – previste dai presunti fatti le ipotesi dei punti di incontro sarebbero circa due forse che uno non può dire quasi temono di non farcela a radunarsi – e poco chiare le ipotesi dei presunti fatti al momento da quale direzione della voce previsti dei punti di incontro la notizia sia diretta appesantiti da una serie di oggetti che trasportano.

#2.
Per rispondere all’appello, per celebrarne il nome della guida (inno) quando notizie l’hanno spinta la metà circa al punto (d’incontro) che (l’altra metà) aveva sentito di raggiungere, al nome e alla promessa l’inno della guida adesso che non appare e in fondo all’attesa non c’era/ci sarebbe non aspettando la metà circa che ha alzato i doni per uno scambio, al cielo una borsa dei valori e un  figlio per un avere, uno un mitra verso una direzione in segno forse non più disposto a proseguire, per un avere neppure l’altra metà (circa) della prima (del primo gruppo) senza una meta precisa con un seguito eterogeneo e si è fermato nello sconforto (…che uno non può dire…) dove si possa trovare fino all’esterno appena dello spazio ristretto il suo richiamo a un traffico smarrito (a un primo punto) che non è per intonarne l’inno adesso senza però farsi vedere ancora da chi speravano/sperano.

#3.
Della guida che non li ha trovati al suo posto per celebrarli insieme (inno nome e presenza) che forse erano già in fuga ora che non aveva voluto perdere occasione di assecondare quel manipolo di uomini di poche parole e ruvide nei lineamenti per accompagnarne la propria sparizione e il tenente aiutante si era ben guardato di contraddirle quelle parole all’espatrio che uno non può dire mostrando comunque suo malgrado di gradire quella nuova compagnia dell’amico di infanzia (dei suoi simili), ma un po’ meno l’avrebbe gradita chi stava adesso al posto della guida che procede lentamente per non sortire il risveglio dei pochi esemplari (…che uno non può dire per ciò che non vedrebbe/vorrebbe…) davanti ai loro passi che possono arrivare da un momento all’altro.

#4.
O forse vi era già entrato a quest’ora da un’altra linea sconosciuta (secondaria e/o parallela) in anticipo quando ancora l’alba non è spuntata e il lago dopo che erano entrati nella selva per la parte della loro metà che inseguivano l’inno da lontano e presto si erano avvicinati senza quella eufonia alla presenza del nome che si era dileguata in anticipo per un ritardo non sempre colmabile in questi casi all’altra metà di loro che adesso nel bosco non si vede nessuno arrivare nell’assenza che il gruppo prova dello stupore che forse è un segno che il punto della promessa non era proprio quello di riunirsi.

#5.
Su un’altra linea secondaria in anticipo o in ritardo ancora non si sa quando l’alba non è spuntata costeggiando il lago dopo che non si erano addentrati ne’ sarebbero nella selva loro della metà che avevano inseguito l’inno da lontano e si erano avvicinati  alla presenza del nome che si era/sarebbe presto dileguata in un ritardo incolmabile all’altra metà o forse a quest’ora nel parallelismo (costui) delle trame che non si vede nessuno vi era già entrato che il gruppo prova nello stupore dell’assenza un eccesso di imitazione di una parte con quello che si nomina (a ode) che uno si lamenta per le parole che nessuno ascolta che forse è un segno della promessa che il punto di riunirsi non è/era proprio quello.

# 6.
Della presenza che appare e non appare del nome con l’inno avrebbe complicato oltremodo i piani che sono arrivati a quel punto, la metà circa del primo gruppo, se invece avessero deciso di proseguire nel bosco con i doni e gli averi e con il resto che avanzano di ritrovare (circa) (ancora) quell’altro (dello stesso gruppo) non al cospetto della guida che si è rivelata al momento illusoria (nome presenza e inno + fonte) ma almeno per riconciliarsi adesso che sono sconfortati rispetto ad ogni nuova notizia alla loro destinazione, verso l’ultima Tule è il punto (più remoto + fonte + testo + mappa) delle lunghe albe di azioni che si perdono avvicinate da nuvole svelate (scese) sulla terra insieme al cielo in cambio di doni, verso il fuoco del gran rogo i quattro elementi che restringono/restringerebbero (il campo) con le fiamme in evidenza tra loro e gli altri per l’ultimo appello a degli smarriti più sconfortati a una ragione per credere all’inno che avrebbero voluto intonargli di fronte, una volta apparso, in mezzo che adesso (lo) intonano lo stesso di incontrare qualcuno a loro più simile se non identico (e/o non uguale) al posto della presenza di un nome per venirne a capo.

#7.
Notizie Che forse non ci si è trovati per puro caso in un punto di smarrimento che uno piange per non poter dire di venirne a capo sotto smentite spoglie (- fonte – testo + genere) con a lato il filo dell’occhio in un’immagine ferma del genere inerme del precipizio ad ogni occasione di muoversi.

#8.
Nel verso possibile sotto smentite spoglie che forse non ci si è trovati  (- altri + ora nei pressi) non senza ostruirne un peso di meno di doni mischiati agli averi a una nuova ragione la direzione dell’inno più volte intonato  (ode) ai passi lungo la strada e adesso in un punto quasi per materializzarlo (fonte + testo) ad ogni occasione che li avrebbe in compenso seminati i passanti (- avventori) alla ricerca della guida.

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