PROSA IN PROSA / GAMMM. 2009

 

Andrea Inglese, Gherardo Bortolotti, Alessandro Broggi

Marco Giovenale, Michele Zaffarano, Andrea Raos 

Prosa in prosa

con 504 illustrazioni in bianco e nero nel testo

Prefazione di Paolo Giovannetti

Note di lettura di Antonio Loreto

Le Lettere, FuoriFormato, 2009

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Da oggi in libreria.

 

Prima presentazione ufficiale:

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OBTAIN / jim leftwich, andrew topel. 2009

 

obtainEcco un nuovo opeb di GAMMM.       
Si tratta di una collaborazione tra Jim Leftwich e Andrew Topel.       
La poesia visiva può essere scaricata qui.       

 

Here’s a new GAMMM’s opeb.       
It’s a collab piece by Jim Leftwich and Andrew Topel.       
Here you can download the vispo.       

 

 

 

 

 

una conversazione con rem koolhaas / gianluigi ricuperati

GR: Visto che questa sarà una conversazione sulla scrittura e sulla letteratura, vorrei dichiarare con forza che almeno ora, per questa occasione, Rem Koolhaas non è un architetto ma uno scrittore. La mia prima domanda, infatti, riguarda l’angoscia dell’influenza, termine coniato da Harold Bloom, un teorico della letteratura che in un suo saggio sostiene che per trovare la propria voce bisogna liberarsi dell’influenza dei padri. Vorrei chiedere a Rem Koolhaas da quali influenze si è liberato, se pensa di aver trovato una propria voce e, se sì, quando l’ha trovata. Per me la sua “voce” assomiglia a qualcosa di simile al film Weekend di Jean-Luc Godard riscritto da Roland Barthes.

RK: Questa è la prima volta che sono invitato a parlare in veste di scrittore, e ne sono molto felice. Credo che nel mio caso l’angoscia dell’influenza sia una questione particolarmente complessa perché mio padre era uno scrittore e lo sforzo maggiore per me è stato convincere me stesso che potevo entrare nel territorio già occupato da lui. Ho cominciato a scrivere di architettura e di architettura di interni in inglese, una lingua che non era la mia, e penso che questa sia stata forse la mia prima strategia per liberarmi, per entrare in un territorio differente in cui il confronto fosse più libero e anonimo. Come dimostrano le mie opere o la mia carriera, più che temere le influenze le ho accettate volentieri. Ritengo anzi che alcuni dei miei contributi più originali siano quelli che sono stati più soggetti a un’influenza esterna. Ho capovolto il modello, insomma.

Questo da un certo punto di vista si potrebbe definire un approccio postmoderno non solo alla scrittura, ma anche alla cultura. Una delle impressioni che ho avuto leggendo gli scritti di Rem Koolhaas, infatti, è che si tratti di uno dei più idiosincratici e interessanti tra gli scrittori postmoderni, e quando parlo di scrittori postmoderni intendo in modo molto onnicomprensivo autori come Donald Baltherme, Don DeLillo, William Gaddis, una scuola tipicamente americana che si è confrontata con temi come la cultura pop e la società dei consumi, o la TV, in modo piuttosto cerebrale, ma con esiti spesso impressionanti. Vorrei chiedere a Rem Koolhaas se si sente uno scrittore postmoderno.

Ritengo che siamo tutti scrittori postmoderni, senza eccezioni. Sebbene non mi piaccia molto la scrittura sperimentale degli autori che hai citato perché, a causa di una presa di posizione dichiaratamente avanguardistica, non riesce mai a confrontarsi con temi più politici e pragmatici. Aver scelto l’architettura, per me, è stato come un impegno nei confronti del mondo esterno, una sorta di rifiuto a restare confinato all’universo della sperimentazione. Il contributo più positivo dell’architettura è stato l’avermi permesso di sviluppare i campi più svariati nelle mie vesti di scrittore. Questo in definitiva è il mio unico vero interesse, riconoscermi o riuscire a immaginarmi in un altro mondo.
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Nuovo ebook: da “Scrawl”, di Susana Gardner

 

scrawl_jSu gammm è uscito un nuovo e-book: brani da SCARABOCCHIO, di Susana Gardner.

Il testo intero in inglese, pubblicato in origine su http://www.dusie.org/issuefour.html, è stato parzialmente tradotto in italiano, e si può scaricare qui in formato pdf.

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A new e-book at gammm: excerpts from SCRAWL, by Susana Gardner.

The English text, fist published in http://www.dusie.org/issuefour.html, has been partially translated into Italian: here (download the pdf file).

 

 

Intervista con Emilio Isgrò. 2008

GAMMM: Su GAMMM, tra le altre cose, stiamo lavorando attorno all’idea di testo come installazione, in cui cioè il lavoro dell’autore è quello di proporre un ordine, esponendone la sintassi, eventualmente anche come ipotesi sull’ordine del mondo. Il nostro interesse per il suo lavoro è quindi ovvio: ragionando su testi-installazione non potevamo non guardare a delle installazioni-testo come le sue cancellature… Ci siamo chiesti cosa fossero esattamente queste cancellature, come fossero nate, come funzionassero.

Isgrò: La cancellatura non è una banale negazione ma piuttosto l’affermazione di nuovi significati: è la trasformazione di un gesto negativo in un gesto positivo. Ovviamente, perché le cancellature nascessero c’era bisogno di un clima favorevole e quindi, tutto sommato, è logico ritenere che la stagione delle avanguardie, nella quale mi sono formato, abbia direttamente o indirettamente sollecitato le mie prime ricerche. Tuttavia lo scandalo che hanno provocato le mie cancellature a metà degli anni ’60 si può spiegare solo con il fatto che si era verificato un salto qualitativo rispetto all’arte e alla sensibilità dell’epoca. Nel senso che la mia operazione rappresentò chiaramente la volontà di far coincidere una volta per tutte la negazione del linguaggio con la sua contestuale affermazione. Quello che cercavo di fare era abbandonare per sempre quella dimensione puramente negativa che, a torto o a ragione, sembrava indissolubilmente legata all’avanguardia novecentesca.

GAMMM: Ecco, questa compresenza di positivo e negativo, questa idea che dentro ad un testo ce ne sia un altro, e che l’intervento dell’autore serva a scoprire/istituire un ordine, ci sembra davvero la cosa più affascinante.

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WWW [DOT] SCRITTURACOLLETTIVA [DOT] ORG

 

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“SIC (Scrittura Industriale Collettiva) è una COMUNITÀ VIRTUALE di SCRITTORI che seguono un METODO di SCRITTURA COLLETTIVA per scrivere delle OPERE LETTERARIE.

Il metodo è stato ideato nel 2007 da Gregorio Magini e Vanni Santoni.

Con l’uso di questo metodo, improntato all’efficacia e all’efficienza, intendiamo:

  • Far diventare la scrittura collettiva dei piccoli gruppi una prassi letteraria.
  • Scrivere un grande Romanzo Aperto, un libro collettivo da centinaia di utenti, che sia innanzitutto un buon libro.
  • Dare vita a una rete di lettori e scrittori attenti all’innovazione e sensibili al tema della condivisione del sapere.

Questo sito vuole diventare un punto di riferimento per tutti coloro che sono interessati al tema della scrittura collettiva, oltre che il quartier generale dal quale lavorare a racconti e romanzi SIC.

Oltre ad usarlo per coordinare i lavori di scrittura e per fornire la metodologia a chi la richiede, il sito è un luogo aperto a contributi: tutti possono discutere del metodo (che è a sua volta aperto a consigli e sviluppi) sul SIC Forum, e da parte nostra aggiorneremo regolarmente il SIC Blog con notizie e novità di rilievo relative alla scrittura collettiva in Italia e nel mondo, e all’innovazione letteraria in generale.

[Immagine: Mike Kelley, Memory Ware Flat #18, 2001, Kunsthaus, Graz.]

GAMMM ::: i primi due anni (29 giugno 2006 – 29 giugno 2008)

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Indice dei materiali pubblicati nei primi due anni di lavoro | Two years’s index:

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