da ANACHRONISME / Christoph Tarkos. 2001

Passeggio nel parco…
(da: Anachronisme, 2001)

Passeggio nel parco, il parco è grande, nel parco ci sono delle cerve, ci sono dei grandi alberi, delle strade forestali, ci sono dei boschi, io cammino in mezzo ai boschi, il parco è grande, si può attraversare il parco in una sola volta, nel parco c’è una capra, il parco non ha confini, il confine del parco è all’interno del parco, non occorre andare di fuori, si resta nel parco, di fuori è il parco, tutto il di fuori si trova nel parco con i suoi boschi alti, i suoi uccelli, i suoi scoiattoli, degli scoiattoli che scendono dall’alto dei tronchi per muoversi qualche istante in mezzo all’erba che poi risalgono su un tronco ancora più alto, passo le panchine, lascio le panchine alla mia sinistra e continuo, rientro fra gli alberi, avanzo in mezzo agli alberi, sono nel bosco, non incontrerò più nessuna panchina, andrò a vedere le cerve e la capra, andrò a vedere gli alberi che ricoprono tutto il sottobosco, che si stagliano in altezza, che non hanno il tempo di in basso, che hanno il tempo di in alto, il tempo di crescere, il tempo di alzarsi fino a quelle altezze, mi sono lasciato su una panchina, poi mi sono alzato, ho lasciato le panchine, sono partito dritto davanti, come per attraversare tutto il parco da un capo all’altro, non ho visto la fine, il parco non ha una fine, non si arriva mai alla fine alle porte del parco, il parco non ha porte, vado sempre diritto, passeggio, fra poco mi ritroverò accanto alle panchine quando avrò finito il mio giretto nel parco, quando avrò fatto un giro in tondo, riportando il mio percorso in linea retta, avrò fatto un gran giro, ripasserò davanti alle panchine bianche che aspettano che io passi, ritornerò.

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Porto dei calzini bianchi…
(da: Anachronisme, 2001)

Porto dei calzini bianchi, dei vecchi calzini che dicono che non sono belli, che non mi stanno bene, che sono usati quasi bucati, di cotone, di cattiva qualità, per lo meno io penso che siano di cotone, li uso per stare in casa, diventano neri a furia di strisciare sul pavimento di casa poi dopo me li tengo su, li tolgo solo per dormire, una maglietta bianca, non so da dove venga, non ho mai comprato magliette bianche, è una grande maglietta bianca che ho addosso da tre giorni, di cui non saprei dire da dove viene, da quanto tempo ce l’ho, dove l’ho comprata, che è senza maniche, che mi serve anche per dormire, per la notte, che tengo su tutto il giorno, e un maglione grigio con il collo alto di lana sottile e poliammide, pensavo che fosse in lana d’agnello, guardo, guardando mi accorgo che non è di pura lana, che ricordo ho pagato 50 franchi al mercato di place d’Odessa, alla fine del boulevard Quinet sotto la torre Montparnasse, è stata una cosa veloce, il tipo tirava fuori dei maglioni da un grosso cartone, e tutti hanno comprato dei maglioni ho fatto così anch’io, mi sono fatto avanti e ho preso il maglione, di colore grigio, c’erano molti colori che si potevano comprare, io ho scelto il grigio, stavo andando da place du Trocadéro a place d’Italie, ero a metà della strada, c’è una macchia marrone rotonda in alto a metà che è una traccia di una bruciatura di sigaretta che ha segnato con una chiazza marrone il maglione grigio chiaro, e un paio di mutande rigate da righe grigie e nere macchiate di sperma, con un grosso elastico nero che circonda il girovita, che sono nuove, che ho rubato al supermercato del quartiere di Porte d’Orléans insieme ad altre due paia di mutande, ero uscito con tre paia di mutande sotto il braccio, tre belle paia di mutande, e alla moda, di buona marca, e un paio di pantaloni grigi di tela con una lampo a cerniera chiara, di un grigio più scuro del maglione, e cinque tasche, nelle tasche, monete e biglietti del metrò, e delle grosse scarpe che erano nere quando le ho comprate, qualche anno fa, ho soltanto questo paio di scarpe, mi metto soltanto questo paio di scarpe, dovrei comprarmene un paio nuovo, queste sono usate, sono lise, sono deformate, non gli ho messo la cera da un sacco di tempo, hanno perso il loro colore nero per diventare grigie e rovinate, le stringhe sono annodate, ci sono dei nodi stretti in mezzo ai due capi della stringa nera di cotone, dei nodi che non riesco a snodare, resto con queste stringhe annodate per allacciare le mie scarpe grigie e rovinate.

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Posso uscire di casa…
(da: Anachronisme, 2001)

Posso uscire di casa con un berretto e i pompons in testa, un berretto con tre grossi pompons colorati, posso anche uscire senza niente in testa, o a piedi nudi, o con il cranio rasato, liscio, lucido, o con i baffi, con la barba, o con alcuni peli proprio in mezzo al mento, o proprio sotto le basette, davanti alle orecchie, o con una coda di cavallo, o con delle treccine, posso uscire con le treccine, o con la riga e una coda di cavallo che parte dalla cima del cranio, o che parte dalla frangia o che parte dal lato, sul lato delle basette, o con dei baffi che non lo sono, che sono giusto un filo di peli sopra il labbro superiore, un sottile filo di peli neri, posso uscire con i capelli neri, neri come giada, o con i capelli biondi, o gialli, o rosa, gialli e rosa, o blu, tutta una zazzera blu, dei capelli lunghi e blu, o dei capelli blu e bianchi e rossi, o soltanto rossi o soltanto bianchi, avere tutti i capelli bianchi, o essere rasato a strisce, o essere rasato a puntini, e avere anche le sopracciglia rasate a puntini, e avere anche i baffi rasati a puntini, o uscire con una lunga barba riccioluta e rossa, con un berretto lungo in testa, e un kilt al posto dei pantaloni, una gonna, un vestito da donna, una vestaglia, e dei sandali, o degli zoccoli, o dei tacchi alti, delle scarpette con i tacchi alti, e truccarmi, truccarmi come un pierrot, come un pagliaccio, come un indiano, come una donna, come una donna che si mette in mostra, mettere delle ciglia false, depilarmi le braccia e le sopracciglia, disegnare il kohol intorno agli occhi, passarmi sulle labbra il rossetto, ritoccarmi il rossetto, depilarmi la barba e i baffi per avere una faccia liscia e bianca, mettere un po’ di cipria, incipriarmi per avere una faccia bianca, anche sul collo, su tutto quello che si vede da davanti che non è coperto, cambierebbe tutto se uscissi tutto nudo, con un berretto blu in testa e un foulard blu e una maschera blu da chirurgo sul naso per nascondere il naso, o tutto vestito tranne in basso, in alto tutto vestito per bene con una cravatta, un cappello e una sciarpa e in basso senza niente, in basso tutto nudo, e con un cappello da cowboy, un cappello messicano, un cappello marocchino, una piuma da sioux, con un sari arancione, un kilt sotto e in testa una piuma da sioux, con dei capelli lunghi e una barba lunga e un sari arancione da bonzo, posso anche uscire piccolo, come un nano, raso terra, non più alto di tre mele, radente al suolo, sarei il nano nudo.

[ traduzioni di m. zaffarano ]