SERATA SOCIEVOLE / Alessandro Broggi. 2006

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I.

Vittoria porge dei regali a Carlo. I regali sono un orologio nuovo e un paio di occhiali da sole. Va verso la sala e si versa da bere, si siede, beve. Carlo dice qualcosa di irrilevante. Si interrompe, ride e riprende a parlare. A cena Carlo mangia o non mangia. Si siede, si alza […].

II.

Qual è la cosa migliore da fare? “Ho deciso di mentire”, o non trova le parole. Non depone le aspettative, i suoi pensieri la riguardano. Come ora. “Cosa vuoi da me? Carlo”. “Vittoria. […]”. Risponde che riceve sostegno emotivo.

III.

È solo per trovare la situazione giusta, “ho tutto il tempo e le parole che voglio”, a parte l’aspetto contento. Carlo si siede e si alza. “Che altro?”. Ha chiesto Vittoria. La bella vita, tempo di stagione, ritorno come previsto. E ora quella che considera una necessità: Vittoria. Trentanove anni, sveglia e rilassata, non stanca, ma rilassata, ha desideri sul modo in cui le dedica attenzione. D’un tratto, oppure con dolcezza, o con prudenza. Carlo non si affretta a rispondere, sta pensando se questo non è uno schema fisso anche per lui, leggibile, come il suo aspetto, benvenuto come il sesso.

IV.

Carlo apre la bocca e parla […]. La guarda per un attimo, le sorride. Lei gli sorride. Vittoria lo bacia a lungo. Un’impressione di sicurezza: sesso senza restrizioni, verso sera, estate, toni remissivi.

 

 

(Images: Patrick Tosani, from Têtes vues du dessus, 1992, tirage cibachromes, from Milano Europa 2000, Triennale, Milano, 2001.)