da "note del guanciale" / sei shônagon. 1001-1010 II

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Particolari eleganti e graziosi

Indossare su una veste rossa un’ampia e giovanile sopravveste candida. Le uova di anatra. Un dolce di zucchero di vite, conservato nel ghiaccio e presentato in una coppetta di metallo. Un rosario di cristallo. I fiori di glicine. I fiori di prugno quando su di essi fiocchi la neve. Un bambino graziosissimo che mangi fragole.

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Gli insetti più curiosi sono il grillo-campanello di primavera, la cicala, la farfalla, il grillo-pino d’autunno, la cavalletta, il saltamartino, la lumaca marina, la libellula, la lucciola. Il minomushi è davvero commovente: si dice sia nato da un diavolo cui esso, con suo grande dolore, somiglia e che il genitore, dopo avergli fatto indossare una misera veste, lo abbia abbandonato dicendogli: “Torno presto, quando soffierà il vento d’autunno; aspettami” e quello, fiducioso, lo attenda tutti gli anni e, quando nell’ottavo mese sente il vento d’autunno, pianga “chichi, chichi (papà, papà)”. Le mosche invece sono odiose e prive di ogni grazia. Non sono tanto grosse da poter essere temute come nemici da parte dell’uomo; che orrore però quando si posano sul viso, specialmente in autunno, con le loro sudice zampette! Antipatici sono anche i nomi di persona composti con l’ideogramma “mosca”. Gli insetti d’estate sono invece piacevoli e graziosi: è divertente osservarli quando, avvicinata la lampada per guardare le illustrazioni di qualche racconto, volano sul libro. Le formiche sono detestabili; però è interessante vederle camminare sull’acqua in fila indiana, grazie alla loro leggerezza.

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Cose disarmoniche

[…] Il sonno pesante di un uomo anziano. Un vecchio barbuto che mastichi ghiande, o una vecchia sdentata che mangi prugne acerbe storcendo la bocca. Una serva che indossi dei pantaloni rossi. Purtroppo al giorno d’oggi tutte sono bardate così. Un ufficiale di guardia alle porte, che vada in cerca di piaceri notturni con l’arco e le frecce ancora attaccati alla cintura. Ma ancora più volgare è se indossa una veste da caccia: vedendolo sempre passeggiare davanti agli appartamenti di una dama con la vistosa sopravveste rossa delle divisa di servizio, tanto temuta, si finisce per disprezzarlo. […]

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Una delle cose più suggestive è la cascata Silenziosa. Quella di Foru, poi, è così pittoresca che anche un Re della Legge andò con il suo seguito ad ammirarla. Quanto alla cascata di Nachi, basti dire che si trova nella regione di Kumano per desiderare recarvisi. La cascata del Boato la immaginiamo di una terrificante bellezza in un immane fragore di acque.

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I ponti che prediligo sono l’Asamatsu, il Nagara, il ponte del Millepiedi, il Hamana, il ponte Solitario, il ponte di chiatte di Sano, il ponte Sorgente Scavata, il ponte di Gazza, il ponte delle Carici Selvatiche, il ponte di chiatte di Otsu. Pensiamo al ponte Mensola con paura e apprensione, essendo costituito da lunghe assi di legno gettate tra le due rive senza alcun supporto, però il nome è felice.

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Mi sembra che i titoli di poesia più squisiti siano: La capitale, La pueraria, L’alga palustre, Il puledro, La grandine.

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Situazioni preoccupanti

Essere la madre di un bonzo che vive da eremita sul monte Hiei per dodici anni. Andare in una notte senza luna  a incontrare una persona mai prima conosciuta e, non potendo accendere un lume perché “è scortese illuminare i volti altrui”, restare seduti uno di fronte all’altro nel buio. Quando, affidata una cosa preziosa, da consegnare a un amico, a un servo assunto da poco e di cui ancora non si conosce l’indole, si debba attenderne il ritorno oltre l’ora stabilita. Quando un bambino che ancora non parla scoppia a piangere e non si lascia abbracciare.

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Situazioni e cose piacevoli

Assistere all’offerta propiziatrice delle bacchette di utsue. Il capo dei danzatori delle danze sacre. Chi, durante queste danze, regge il furihata. La lunghezza dei cavalli alla cerimonia del goryoe. I loti dello stagno di un villaggio, bagnati dalla pioggia. La grandezza dei burattini.

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Volti da commiserarsi

Il volto di chi parla con la goccia al naso e muovendo la bocca come se stesse masticando qualcosa. Il volto delle donne con le sopracciglia interamente depilate.

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Particolari irritanti

Dover ascoltare chi, trascinato dall’estro, si mette a suonare un koto stonato, senza preoccuparsi di accordarlo. Quando, parlando con un ospite, ci si accorge che la nostra attenzione sta per essere attratta dai discorsi piuttosto liberi che si odono provenire dalle stanze interne. Un amante che, ubriaco, continui a ripetere il medesimo discorso. L’aver fatto un pettegolezzo, senza accorgersi che l’interessato stava a sentire. Questo è imbarazzante, anche se la persona di cui si parla non è importante, o persino soltanto un servo. Quando, avendo fatto sosta per la notte in casa d’altri, dobbiamo sopportare le chiacchiere odiose della servitù. Quando qualcuno cui piace un bambino a noi odioso, lo loda, lo incensa e, imitandone la voce, ci fa sentire quel che avrebbe detto di spiritoso. Gli ignoranti che, al cospetto di una persona colta, citano, con gran sussiego ma a sproposito, nomi di personaggi famosi. Recitare a una persona una nostra poesia che non ci sembra particolarmente riuscita, e sentir dire in seguito che è stata molto apprezzata.

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Cose deludenti

Che piova incessantemente anziché nevicare, durante la festa di Gosechi o nel giorno dei nomi di Buddha. Le riunioni stagionali che cadono nei giorni di grande purificazione. Attendere un avvenimento, facendo laboriosi preparativi, e dover sospendere tutto perché  sorge un contrattempo. […]

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I boschi più belli sono il bosco di Campo Fluttuante, il bosco di Ueki, il bosco Rocce di Fiume, il bosco Tachigiki.

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Le pianure più suggestive sono la pianura del Domani, la pianura di Awazu, la pianura dei Bambù Sottili, la pianura degli Hagi, la pianura Giardino

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Rumori che a volte appaiono diversi dal solito

Il rumore delle carrozze al primo dell’anno; anche il canto degli uccelli. I colpi di tosse all’alba; e, soprattutto, la musica.



[Da: Sei Shônagon, Note del guanciale, SE, 2002.]