da ''c'è bufera dentro la madre'' / stefano guglielmin. 2010

 

7.

quando serve, dà alla fabbrica sfogo: di notte
cola sifoni e fa mestruo nei fondi. di giorno, spurga lavoro.
toglie pane e scarpe, se chiude, svena. oppure il profitto
che è grano, matura, e allora cieca
la gatta lecca nel gruppo, prepara per tutti il natale.

8.

cura col maglio il rischio d’impresa e con metafore vive:
sangue che gira dove non sa, e cresce. annusa il tractatus
ci pesca un dedalo nuovo dove posare la pietra. dove pensare.
il meglio lo intaglia dal verbo, il peggio, dalla scatola
in cui semina vento. e nazione, se lievita male.

13.

unto dal bendidìo, si chiede in quale bolgia o canale
finirà di traverso, invecchiando. sin da bamboccio, comunque,
versa l’acqua sul capo, la domenica, va lindo incontro
al suo uovo. poi di sera lo sveste, ne tasta la buccia
col dito. di giorno l’insetto scompare.

16.

magri dal fondo della buca, gli altri chiedono denari
e una briciola di polka, per la sera. nemmeno alle ceneri
lui invece smette d’ingrassare. appena può, siede sull’orlo
della crepa, con in capo l’elmo a credito e la spocchia
di chi ha i numeri migliori.

27.

vivono grattando becchime, pensa, stando ritti sul palo
a stormi, di turno in turno, e minacciosi. poi però, in segreto,
li invidia alla mensa, mentre fumano insieme o in famiglia
la sera. non sa che il crepo è totale, che smangia i bordi
anche al nido.

31.

aspetta il precipizio sull’orlo. studia inglese, intanto, compra.
tutto questo gli sfuoca la vista e le tasche. il tempo che resta
lo sconta sul palmo, dove la linea si svita: la legge controvoglia
scartando di muso. dei bisonti su pietra cerca il solido letto
e il rosso corpo che scalcia.

34.

se dalla luna, lui, portasse indietro un grammo di ragione
o il suo lume. se studiasse i modi finiti e infiniti di spinoza
e vi scavasse dentro una pozza di vita vera. se insabbiasse
il perno che lo lega alla pancia del denaro. se ogni tanto
si girasse come l’angelo di klee. se inorridisse.

 

 

[Da: Stefano Guglielmin, C’è bufera dentro la madre, prefazione di C. Annino, L’arcolaio, Forlì 2010]